domenica 24 ottobre 2010

Appunti di Kubuntu volume 2: Maverick Meerkat



L'ho installata con un po' di ritardo, come in ritardo procede tutta la mia vita in questo periodo, ma queste sono, evidentemente, altre storie.
Diverse sono le novità che accompagnano questa release e che, diciamolo subito, rendono decisamente convincente il lavoro di Riddel&Soci rispetto a quel che abbiamo visto solo sei mesi fa.



Start Kubuntu


L'installer rinnovato è il nostro primo contatto con la distribuzione.
Piuttosto chiaro e dall'aspetto gradevole, ci guida nell'installazione e configurazione del sistema, permettendoci di scegliere se aggiungere subito codec e plugin di terze parti e gli aggiornamenti, se disponibili.
La solita slide ci intrattiene per una ventina di minuti con una panoramica di quel che possiamo fare con Kubuntu già dal primo avvio.
L'unica nota davvero stonata è l'assoluto silenzio sul nuovo browser di default, Rekonq, del nostro Andrea Diamantini, di cui apprezziamo solo l'icona, mentre ci viene suggerito che installare Firefox o Google Chromium è abbastanza facile.
Infine, la traduzione nella nostra lingua è piuttosto buona anche se, inspiegabilmente, i Repository, sono tradotti alternativamente in Archivi o Depositi di software con una discrepanza di termini che potrebbe confondere un utente del tutto nuovo.
Ingenuità, certamente, che speriamo vengano corrette nei prossimi rilasci.

Vai al paragrafo:


Remove the Kubuntu disc from the CD drive, and reboot the computer
Rekonq questo sconosciuto
Ce l'ho, ce l'ho, mi manca
Plasma Netbook
Conclusioni


Remove the Kubuntu disc from the CD drive, and reboot the computer


Avendo mantenuto la home precedente e tutte le personalizzazioni, dopo il primo avvio abbiamo ritrovato il nostro ambiente familiare.
C'era, persino, il menù globale che trovo piuttosto comodo e che equipaggia per default l'attività Plasma Netbook.
Si segnalano i nuovi caratteri, ubuntu, gradevoli e ben leggibili, finalmente, il nuovo KPackageKit, che assomiglia al Software Center di Ubuntu, migliorato sensibilmente nelle performance e nella presentazione dei pacchetti, con tanto di immagini, decisamente meno anonima rispetto al precedente.
Bisognerebbe sparare di più la home page, magari aumentando le dimensioni delle icone per le categorie e aggiungere un motivo di sfondo che caratterizzi meglio il gestore, ma quanto è stato già fatto indica che siamo sulla buona strada.

Rinnovata anche la gestione delle impostazioni dell'applicazione, forse un po' troppo verbosa e non impeccabile nella traduzione, con un misterioso pulsante Mostra Versioni che, in realtà, rimanda alla configurazione delle Sorgenti Software per l'aggiunta di repository.
Bluedevil si occupa di dialogare con gli aggeggi dalle zanne blu e si fa già apprezzare, seppure in versione RC4, mandando definitivamente in pensione il vecchio Kbluetooth.
E' bastata una semplice sincronizzazione ed abbiamo potuto navigare nella SD del nostro terminale Android copiare e spostare files, inviarne e riceverne.
Banale quanto volete, ma non certamente scontato con KDE che è sempre stato un po' bizzarro quando parliamo di tecnologie bluetooth.
Peccato per l'assenza di localizzazione, ma è probabile che il supporto arrivi con il rilascio della prima versione stabile.
Novità interessano anche la gestione del comparto sonoro, con l'integrazione di PulseAudio, che ormai di grattacapi sembra non regalarne più e inizia a fare egregiamente il suo mestiere, districandosi fra la bolgia di backend e sottoinsiemi che hanno proliferato, in questi anni, più dei funghi dopo un temporale.


Rekonq questo sconosciuto


L'altra grossa novità di Maverik Meerkat è il nuovo browser di default, Rekonq, che sostituisce l'obsoleto Konqueror.
Il motore webkit, comune a Chrome e Safari, lo rende particolarmente interessante e, malgrado una certa giovinezza, la resa delle pagine e le prestazioni in generale sono incoraggianti.

La GUI, estremamente pulita e ben organizzata, è gradevole da usare, manca il supporto alle estensioni, anche se c'è un filtro Ad-block integrato e il plugin flash funziona correttamente, garantendo, in ogni caso, una navigazione piuttosto completa del web.
Inspiegabilmente, Rekonq, fatica ad interpretare correttamente proprio le pagine del mio blog, dimenticando link ad immagini, javascript o i video allegati ai post ed è essenzialmente questo il motivo per cui continuo a preferirgli Chrome, ma dobbiamo segnalare che in diversi test condotti con il popolare benchmark SunSpider, la creatura di Diamantini ha strappato punteggi un filo migliori rispetto al blasonato concorrente, anche se si è dimostrato più acerbo nella gestione dei contenuti HTML5 non riuscendo a completare il PeaceKeeer Benchmark nonostante diversi tentativi.
Come accennavamo poche righe sopra, per essere il browser di default della distribuzione non gode di adeguata visibilità coperto, anche nelle note di rilascio, dai marchi di Firefox e Chrome/Chromium.
Un peccato, considerando che cercare il feedback degli utenti aiuterebbe moltissimo lo sviluppo e il miglioramento del browser.


Ce l'ho, ce l'ho, mi manca


Se il resto è tutto piuttosto collaudato con OpenOffice che spadroneggia (non si sa bene ancora per quanto) nella gestione dell'Ufficio, Amarok (sempre più convincente) alla console del Dj e Dragon Player in cabina di regia per video e DVD assortiti, continua a mancare un software o meglio, un front-end integrato, per la gestione delle partizioni, uno per il backup e almeno una applicazione di video editing che offra un sistema davvero completo sin dal primo avvio.
I problemi, lo sappiamo, risiedono soprattutto nella gestione dello spazio risicato che offre il CD-Rom ma, a questo punto, sarebbe opportuno considerare anche l'idea di mandare in pensione certi supporti in favore di altri più capienti o, almeno, suggerire agli utenti, che avviano il software center per la prima volta, una lista di software consigliati da installare subito.
Se possiamo sorvolare sulla mancanza di un Kdenlive, non è possibile tollerare l'assenza di almeno uno strumento per il backup dei propri dati.


Plasma Netbook


Anche l'incarnazione di KDE SC 4 per netbook non è stata trascurata ed è qui per ricordarci, in primis, l'estrema flessibilità del desktop del Drago che comincia a mostrare i suoi frutti, finalmente.

In una unica soluzione, quindi, kubuntu può adattarsi sia alle esigenze degli utenti desktop sia a quelle di chi usa un netbook.
Plasma Netbook, attivabile alla voce Ultraportatile nella sezione Spazio di Lavoro del Centro di Controllo, ha subìto importanti affinamenti nella modalità Quotidiano.
Intelligentemente, in configurazione netbook esiste una prima pagina, un sommario potremmo definirlo per mantenere un gergo editoriale, che ci permette la rapida ricerca dei files e l'opportunità di lanciare i programmi installati con la modalità Cerca e Avvia, segue un'altra pagina che ospita quattro widget ordinati su due colonne con cui l'utente può tenere sotto controllo le notizie o il proprio stato sui social network supportati, piuttosto che le previsioni del tempo e così via.
Sì può decidere se aggiungere altre pagine e/o altri widget, che si disporranno sempre secondo una griglia che aiuta a mantenere l'aspetto molto pulito e ordinato.
Un effetto simile ad Exposè ci permette di gestire le applicazioni vere e proprie aperte, che per default tenderanno ad occupare interamente lo schermo, permettendoci di lavorare con una buona comodità.
L'unico limite è, in effetti, una certa bruttezza di alcune finestre di dialogo quando si aprono a pieno schermo: avremmo preferito, per esempio, un sistema di notifica per l'inserimento di dati personali, o password, integrato nel vassoio di sistema, la limitatezza dei plasmoidi istallabili, di cui solo una minoranza ha una effettiva utilità e, soprattutto per chi è alle prime armi, una certa tendenza alla caoticità dell'insieme prima di destreggiarsi al meglio fra le varie pagine del quotidiano.


Conclusioni


Kubuntu non è una distro con velleità commerciali, come la sua controparte più popolare.
Anche in questa versione, infatti, non c'è un supporto diretto ai servizi di Canonical Ubuntu One e Ubuntu One Music Store ma, se quello che state cercando è un buon sistema operativo, allora il giudizio finale è abbastanza positivo.
Certamente la grossa maturazione di KDE influisce in modo determinante sulla qualità globale: il sistema è veloce, reattivo, con software che si attesta su buoni livelli per funzionalità offerte e semplicità, ma sarebbe senz'altro ingeneroso non riconoscere al team di Kubuntu la volontà di costruire un sistema coerente, gradevole e stabile.
Se alcuni aspetti sono ancora da raffinare, alcune ingenuità (soprattutto promozionali) da correggere, possiamo affermare tranquillamente che gli sforzi profusi stiano producendo risultati apprezzabili una release dopo l'altra.


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