giovedì 13 maggio 2010

Canonical cala i suoi assi



Il nuovo tema, Light, è stato solo la punta dell'iceberg, l'evidenza che Canonical, in qualche modo, avrebbe cambiato passo.
Sono venuti, seguendo una escalation, probabilmente, studiata a tavolino, i Windicators e adesso Unity: ufficialmente una interfaccia Gnome espressamente pensata per i netbook, che, ufficiosamente, potrebbe influenzare lo sviluppo stesso di Gnome 3.
Shuttleworth dice, Shuttleworth fa e, soprattutto, Shuttleworth tenta di monetizzare gli investimenti degli anni passati che, bene o male, hanno consentito ad Ubuntu di diventare un marchio riconoscibile e conosciuto.
E proprio qui sta il punto.
La distribuzione sudafricana, cugina modaiola di Debian, é diventata un prodotto, da semplice linux per esseri umani che voleva essere.
Attorno ad Ubuntu ruotano diversi servizi con cui Canonical tenta di far quadrare i bilanci, Ubuntu One, per esempio, Ubuntu Music Store ed, in un futuro non troppo lontano, Ubuntu Software Center che, accanto alle applicazioni libere, potrebbe ospitare anche una sezione a pagamento.
Canonical è, oggi, nella posizione di chi non può, né vuole, più permettersi di rischiare le sperimentazioni e gli aggiustamenti successivi della comunità open source, non può aspettare la maturazione di Gnome 3 e, nello stesso tempo, non può pensare di restare ancorata a vecchi strumenti per un tempo indefinito.
Il pubblico è volubile e gli entusiasti di oggi diventano presto gli scontenti di domani.
Il fermento che è seguito al rilascio di Lucid Lynx, gli indizi seminati da Shuttleworth e, quindi, Unity, sembrano suggerire una precisa strategia tesa a mescolare quello che di buono bolle in pentola, idee e codice provenienti dalla comunità, con un progetto organico, quello di Canonical, che chiami a raccolta quanti vogliano sposarlo e farne parte.
Tutto resta open source, certo, come il buon Mark non smette mai di dire, ma il vantaggio di svilupparselo in casa, consentirebbe di mantenere un certo controllo e l'esclusività delle features, prima che gli altri distributori riescano ad integrarle sui propri sistemi, marcando, così, il divario fra Ubuntu e il resto della concorrenza.
Da collezione di strumenti quale era, la distribuzione moderna, secondo Mark, diverrebbe un collage (ragionato?) di tecnologie e la società di servizi dell'isola di Man, una bottega di Mecenate dove catalizzare idee e uomini che non trovano spazio adeguato nelle lentezze, i vincoli e le contraddizioni della comunità tradizionale.
Redhat permettendo¹.

note:

¹ - Gnome Shell é un progetto sponsorizzato da RedHat

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