mercoledì 13 gennaio 2010

[INCHIESTA] - 2 di 3 - Il business di Linux: l'offerta commerciale



Il business

Il business di RedHat, è essenzialmente rivolto alle imprese ed é costruito attorno alle versioni server e desktop della propria distribuzione: RH Linux Enterprise, arrivata alla release 5.
La compagnia del Cappello Rosso oltre a vendere il proprio sistema operativo, garantisce tutta una serie di servizi accessori che spaziano dalla certificazione dell'hardware, al supporto tecnico, fino alla formazione e certificazione del personale che userà i suoi prodotti.
La formula prevede la sottoscrizione di un abbonamento declinato in 3 diverse tipologie: Basic, Standard e Premium, con il primo limitato al solo supporto web e risposte entro i 2 giorni lavorativi, mentre gli altri 2 includono supporto telefonico, fino alla disponibilità H24 7 giorni su 7 per i clienti Premium.


Un abbonamento (che vale comunque per una singola installazione della dstribuzione) garantisce, inoltre, l'accesso pieno ai sorgenti di tutto il software a disposizione per eventuali customizzazioni del cliente e garanzia legale per tutti i clienti che sviluppano e rilasciano il proprio codice sorgente, tenendoli al riparo da spiacevoli beghe legali.
L'azienda, quotata anche in borsa a Wall Street nell'indice Nasdaq, sviluppa e rilascia le sue soluzioni come software open source e, sbirciandone i bollettini finanziari,  pare che il terzo trimestre 2010 abbia fatto registrare un incremento dei propri profitti del 18% rispetto al 2009, che era già stato chiuso con un lusinghiero +25%, mentre uno studio interno ne attesta l'elevato gradimento riscosso dalla sua piattaforma di middleware open source, JBoss, fra i clienti che ne fanno uso.
Più articolata é l'offerta di Novell.
Per l'azienda di Provo (Utah), Linux é solo uno fra i tanti prodotti offerti.
Suse Linux Enterprise, anch'essa disponibile in versione server e desktop, viene proposta come alternativa vantaggiosa agli elevati costi di gestione derivanti dalle vecchie infrastrutture Unix oppure, grazie alla partnership con Microsoft, come la soluzione migliore per garantire la piena interoperabilità negli ambienti misti.
Se i suoi disinvolti accordi commerciali con Redmond sono stati oggetto di critiche pesanti dalla comunità opensource e dal suo diretto competitor RedHat, é altresì vero che, anche grazie al lavoro svolto sul framework Mono, reimplementazione libera di .NET, ed allo sviluppo di Moonlight per la fruizione dei contenuti Silverlight, i suoi prodotti sono fra quelli maggiormente maturi ed affidabili per far dialogare sistemi differenti come Linux e Windows.


Il suo impegno nel software libero continua con la sponsorizzazione di OpenSuse, il sistema operativo sviluppato dalla comunità, che costituisce per Novell una preziosa piattaforma di test per tutte le soluzioni innovative che potrebbero essere integrate nel ramo commerciale, e dei maggiori desktop liberi: Gnome e KDE.
Analogamente a RedHat i suoi prodotti e servizi basati su Linux si rivolgono al ramo enterprise del mercato e prevedono programmi di formazione, supporto con vari gradi di priorità, e consulenze.
Stando ai dati finanziari, rintracciabili sul sito della stessa compagnia, alla voce Open Platforms Solution, gli introiti derivanti da Linux incidono complessivamente per la ragguardevole cifra di 149 milioni di dollari facendo segnare un +21% rispetto al bilancio dell'anno 2008.
Molto più giovane, il business di Canonical è costruito tutto intorno ad Ubuntu, presentata in versione server e desktop.
La società non vende espressamente il suo sistema operativo, ma offre servizi in linea con quelli dei suoi diretti concorrenti per quanto riguarda formazione, supporto tecnico e consulenze per tutti i clienti di classe enterprise e gli enti che scegliessero di adottare la distribuzione sudafricana.
Inoltre offre un programma di certificazione e partnership per supportare quegli assemblatori che volessero vendere il proprio hardware con ubuntu preinstallato.
Canonical é, in effetti, l'unica azienda, fra le 3 prese in esame, che si rivolge con la propria distribuzione espressamente al mercato privato degli utenti desktop.


Sfruttando la simpatia e la popolarità costruita in questi anni con Ubuntu, la compagnia del miliardario sudafricano si pone in concorrenza diretta nel mercato dell'home computing dominato da Microsoft con Windows.
Pur mantenendo la gratuità del proprio sistema operativo agli utenti finali, l'offerta di Canonical presenta anche servizi per questi ultimi: Shipit, che permette di ottenere una copia del sistema operativo gratuitamente a casa propria, la possibilità di ricevere supporto ufficiale, telefonicamente e via web, tramite la sottoscrizione di abbonamenti differenziati in base alle esigenze del singolo utente, Ubuntu One che, analogamente a mobile me di Apple, prevede lo storage e la sincronizzazione dei propri dati in remoto, gratuito fino a 2GB e al costo di 10 dollari al mese per 50GB e Ubuntu Music Store, sulla falsariga di iTunes, attualmente in sviluppo e che, per alcuni, potrebbe debuttare già con la prossima release del sistema operativo Ubuntu 10.04 Lucid Lynx.
Analogamente a Red Hat, le soluzioni sviluppate dalla comunità che gravita attorno a Canonical sono rilasciate al pubblico con licenze Open Source.
Benché non esistano cifre ufficiali, il bilancio della società, per ammissione dello stesso Shuttleworth, resta ancora negativo, anche se il miliardario in più occasioni ha ostentato ottimismo e fiducia per gli accordi stipulati ed i servizi offerti che dovrebbero iniziare a fruttare il giusto compenso agli investimenti sostenuti ed alle risorse impegnate.
Secondo il New York Times, infatti, il fatturato di Canonical sarebbe prossimo ai 30 milioni di dollari, considerato il punto di pareggio (BEP) fra profitti e perdite.
Un traguardo importante che, se effettivamente raggiunto, garantirebbe alla società di autosostenersi senza iniezioni finanziare da parte del suo fondatore.


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