sabato 7 novembre 2009

Mandriva 2010.0: il desktop semantico, o quasi.



Come sempre, a breve distanza dalla rivale Ubuntu, anche Mandriva rilascia la sua distribuzione d'autunno nelle versione Free e ONE, scaricabili gratuitamente da utenti e curiosi e Power Pack, a pagamento.
Mandriva, conosciuta precedentemente anche come Mandrake è una distribuzione storica del mondo GNU/Linux, fondata da Gaël Duval, (oggi dietro al progetto Ulteo dopo essere stato messo alla porta dalla sua stessa azienda), da sempre impegnata nel proporre un desktop semplice e completo.
[ Tasktop: la gestione del desktop semantico (KDE 4.3.2) ]

Questa 2010.0 non fa ecce
zione e sorprende, addirittura, come non succedeva da un po', per le idee introdotte, che gettano le basi per un rinnovamento nell'uso quotidiano del desktop che merita di essere rimarcato.
Grazie soprattutto alla crescita di KDE 4.3.2 e allo sviluppo sostenuto dall'azienda francese, la nuova distribuzione introduce Smart Desktop, implementazione delle tecnologie semantiche sviluppate con Nepomuk.


Attraverso una semplice interfaccia grafica, Tasktop, gestibile con un comodo plasmoide, è possibile creare task per legare, secondo le logiche più disparate o funzionali all'utente, i contenuti del vostro computer: musica, documenti, contatti, email, siti web e manipolarle in una sinergia del tutto inedita e assai comoda integrata al filemanager, al browser e a tutti quei programmi che già supportano l'infrastruttura.
Immaginate, per esempio, di dover lavorare ad un progetto che implica il coinvolgimento di una mole di dati piuttosto elevata.
In un desktop tradizionale, l'organizzazione dei dati dovrebbe essere fatta a priori, magari selezionando tutto il materiale per conservarlo in un'unica cartella.
Questo implica comunque una pianificazione a monte che non è sempre possibile fare.
Con le tecnologie semantiche offerte da KDE 4 e Mandriva, invece, l'organizzazione dei vostri contenuti, passa per l'applicazione di uno o più tag e garantisce anche a distanza di tempo la facoltà di collegare, filtrare, integrare tutto il materiale in modo che abbia un senso e soprattutto nel minor tempo possibile.
Ma le novità non si fermano, ovviamente, a Smart Desktop; in questa sua ultima incarnazione, la distro francese punta decisamente a conquistarsi uno spazio nel mercato dei netbook con Moblin, vantando un supporto out of the box dell'hardware, di questi dispositivi, davvero valido e completo.
Completano l'offerta, la stabilità e l'affidabilità di Gnome 2.28, che, come per Ubuntu, inizia a soffrire l'anzianità nei confronti del rivale diretto KDE e LXDE, sorprendente per l'estrema leggerezza e indicato per chi non possiede computer particolarmente carrozzati.
Tutto perfetto dunque?

Quasi.


[ Il desktop Gnome 2.28 in Mandriva 2010.0 ]

In effetti, per le novità introdotte e, soprattutto, per promuovere fin da subito l'uso dello Smart Desktop, un tour guidato al primo avvio non avrebbe guastato.
Esistono contributi in rete, anche di Mandriva stessa, ma non c'è alcuna menzione chiara su come usufruirne e, ad ogni modo, non è la stessa cosa che essere accolti da uno strumento pensato ad hoc.
La feature, forse anche per n
on confondere gli utenti alle prime armi, è decisamente nascosta e implementata da una interfaccia piuttosto scarna e avara di suggerimenti, tant'è che, all'inizio, si va decisamente a tentoni per capire come funziona.
E' auspicabile, in questo senso, u
na cura maggiore nei prossimi rilasci, anche perchè costituirebbe un buon tratto distintivo nel consueto mare di distribuzioni che si assomigliano.
Anche il look, IaOra, pur non raggiungendo precedenti ingenuità di design, è poco convincente, un po' troppo legnoso, scarno e decisamente anonimo.
Persino il sempre celebrato C
entro di Controllo inizia ad essere uno strumento anacronistico e, pur essendo valido, forse sarebbe il caso di puntare maggiormente all'integrazione con System Settings di KDE 4 che è, chiaramente, l'ambiente desktop di riferimento degli utenti Mandriva e dell'azienda nel suo complesso.


[ Mandriva Control Center ]

L'ultimo appunto, che è anche una provocazione, è proprio rivolto all'estrema ricchezza dell'offerta.
Supportare così tanto software in un unica soluzione può essere molto costoso e dispersivo in termini risorse.
Mandriva farebbe davvero bene a concentrarsi su KDE 4 che, a questo punto e con queste funzionalità, è il desktop che garantisce i più ampi margini di miglioramento e innovazione e Moblin, per non precludersi un posto nel promettente mercato dei netbook.
Come per Canonical, lascerei lo sviluppo di ogni altra versione: Gnome, XFCE, LXDE, fino al desktop più esoterico, alla comunità.
L'azienda avrebbe la possibilità di concentrarsi su un prodotto decisamente meno articolato e ne ricaverebbe parecchio anche in termini di visibilità e simpatia fra utenti e addetti ai lavori.
Perchè un pizzico di fortuna in più è, davvero, l'unica feature che manca a questa validissima 2010.0.

5 commenti:

  1. HAI RAGIONE IN PARTICOLARE SUL CENTRO DI CONTROLLO, E RIMASTO COSI DA TEMPO IMMEMORABILE GIA DALLA VERSIONE 9.2 QUELLA CON CUI HO COMINCIATO AVEVA LO STESSO CENTRO DI CONTROLLO: STESSA STRUTTURA STESSE ICONE, STESSO RPMDRAKE LENTO, L'UNICA VOLTO CHE CI FU UN RESTYLING FU CON LA MANDRAKE 1O MA NIENTE DI CHE. IO PUNTEREI SULL0INNOVAZIONE CAMBIANDO QUESTO CENTRO DI CONTROLLO

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  2. Innovare, rinnovando il Centro di Controllo oggi ha poco senso. E' una feature che aveva la sua ragione d'esistere qualche anno fa, quando esistevano pochissimi strumenti grafici per la gestione del sistema e delle periferiche e costituiva, effettivamente, un valore aggiunto alla distribuzione francese.
    Oggi che le interfacce desktop sono cresciute e si sono evolute, uno strumento di amministrazione slegato e poco integrato è solo un peso in più. Mandriva ha per le mani un'idea interessante che é Smart Desktop e deve spingerla di più, valutare i feedback degli utenti, migliorarla dove non convince ed estenderla ad ogni aspetto della sua distribuzione.
    I segnali, leggendo anche quanto scrivono nel loro blog, sono incoraggianti. Vediamo che succede :)

    Ciao

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  3. Personalmente il Centro di Controllo lo trovo ottimo, che mi risulti solo OpenSuse ha un tool di configurazione di tutta la distro così completo.

    Per i desktop non mi trovo d'accordo con te, io uso kde4, ma se uno vuole usare gnome con mandriva deve poterlo usare ed è meglio non lasciarlo alla comunity come ha fatto Canonical con kde ottenendo kubuntu che è una vera schifezza.

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  4. Concordo che mcc non andrebbe toccato se non per un restyling grafico forse, in fin dei conti abbiamo un centro di controllo che ci invidiano parecchie distribuzioni.

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  5. @TizionIncognito
    Anche OpenSuse e Fedora sono sviluppate dalla comunità e non sono così disastrose, mi pare.
    Il mio ragionamento parte dall'idea che Mandriva prima di sviluppare una distribuzione Free è una azienda che punta al profitto e offrire tanto software in una unica soluzione è uno sforzo comunque incredibile, anche se il software è open source, quando devi rilasciare una distribuzione stabile ogni 6 mesi. Se vuole vendere un prodotto Mandriva deve comunque fare delle scelte, ritagliarsi e coltivare il proprio mercato, che non è soltanto quello dello smanettone appassionato, che distingue fra KDE, GNOME, XFCE e compagnia bella. Spesso l'utente si accontenta di accendere il PC e constatare che funziona bene.
    Sviluppare un profilo riconoscibile è il primo passo che devi fare per essere visibile nel mercato.
    La comunità, che non ha vincoli di sorta, né aspirazioni di profitto potrebbe muoversi più liberamente e accontentare quella fascia di "addetti ai lavori" cui andrebbero strette le eventuali restrizioni commerciali.
    Non ci trovo nulla di scandaloso :)

    @Christian
    Perseguendo il discorso di poche righe fa, se scegli di adottare un desktop piuttosto che un'altro sarà più facile integrarlo con gli strumenti che esistono già piuttosto che reinventarne uno ex-novo.
    L'errore che non dobbiamo fare è che siccome è open allora lo infiliamo dentro alla distribuzione. Non è così.
    L'open source è il mercato delle idee, prima ancora di quello dei soldi.
    Ogni distribuzione dovrebbe/potrebbe sposarne una.
    Molti progetti crescerebbero e sarebbero competitivi molto più in fretta e avremmo prodotti effettivamente differenziati (e in vera competizione) invece delle centinaia di distribuzioni tutte più o meno identiche.

    Ciao :)

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