domenica 7 novembre 2010

Il mercato ai tempi di Canonical



La storia, ormai, la conosciamo tutti: Mark (Shuttleworth) era sul water che attaccava l'orologio, la porcellana era bagnata e scivolò battendo la testa sul lavandino.
Quando riprese i sensi ebbe una rivelazione, una visione, un'immagine scolpita nella mente, l'immagine di questo:

i Windicators, che hanno aperto la strada ad un nuovo paradigma di interazione fra l'uomo e la macchina ed un nuovo corso (probabilmente) nelle strategie commerciali di Canonical, perché la volontà di integrare Wayland al posto del vecchissimo, bolsissimo, chiacchierassimo, incompresissimo, Xorg non avrà ripercussioni solo sulle nostre scrivanie.
Gli eventi susseguitisi, repentinamente, da qualche settimana a questa parte parrebbero indicare, inequivocabilmente, che Ubuntu sta cercando di cambiare passo sia dal punto di vista tecnologico che da quello più pratico del business.
Se, infatti, mettiamo insieme i pezzi di questa storia e intrecciamo i destini dei diretti interessati possiamo speculare sul fatto che ognuno dei protagonisti (o quasi) avrebbe molto da guadagnare da una convergenza d'intenti e progetti.


Pensiamola Quadrimensionalmente


Qualche mese fa, nel corso di una chiacchierata su Plasma, Marco Martin mi confidò che quel che verrà dopo Symbian, almeno per Nokia, sarà senz'altro Meego, anche se nessuno aveva ancora ben chiaro quale shell adottare sui prodotti futuri e denunciando, nei fatti, una certa confusione nelle strategie del colosso finlandese, evidentemente più a suo agio nella progettazione dell'hardware che non nel sostegno allo sviluppo del software.
Meego, nonostante l'entusiasmo e la vivacità della comunità e i nomi coinvolti alle sua spalle (Nokia e Intel), non mi sembra sia ancora pronto per reggere l'urto di un lancio commerciale e la scelta di basarsi su Symbian 3 anche per N8 dovrebbe essere una chiara cartina al tornasole della situazione.
In questo senso Canonical, con la consueta strategia dei piccoli passi e una visione ben chiara dei propri obiettivi, potrebbe raggiungere in tempi, relativamente, più brevi dei risultati concreti e rilasciare un prodotto che possa supportare gli scopi del gigante della telefonia mobile basato proprio sulle fondamenta scelte per la prossima generazione di dispositivi.
La società di Shuttleworth, inoltre, può già contare su una serie di servizi griffati Ubuntu One che possono garantire, assieme ad Ovi Store, il necessario valore aggiunto, per il lancio di nuovi prodotti; più di quanto possa farlo il misconosciuto appstore per Meego messo in piedi da Intel, almeno.
Entrambi i soggetti avrebbero molto da guadagnare da una alleanza commerciale: Canonical si ritroverebbe un bacino di clienti potenzialmente enorme, Nokia, dal canto suo, appoggiandosi a Unity, potrebbe addirittura valutare l'ipotesi di scendere nell'arena dei tablet o dei netbook per rimpinguare i bilanci, potendo pensare di gareggiare ad armi pari con Samsung e Android e dare più di un grattacapo alla corazzata iPad/Apple.
Penso sia piuttosto plausibile pensare che Symbian non abbandonerà in tempi brevi gli smartphones finlandesi e Unity, dopo essersi svincolata dalle faccende di Gnome Shell e alla luce delle recenti dichiarazioni di Matt Zimmerman, potrebbe candidarsi a diventare la piattaforma di riferimento proprio per lo sviluppo di QT, uno scenario che converrebbe ad entrambi e, soprattutto a Nokia, permetterebbe di trovare una collocazione precisa al suo tesoro tecnologico che non ha reso, fino a qui, quanto avrebbe potuto.
Quel che non torna in questa storia, semmai, è la posizione di Intel che, sponsor di Meego assieme a Nokia, continua a vedersi preferire ARM nel mercato mobile, ma magari, a Santa Clara, non hanno nulla in contrario nel veder crescere Unity per infilarla dentro un'EPROM per sistemi instant on in un futuro non troppo lontano.
Grande Giove!

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