domenica 13 febbraio 2011

Nokiasoft o Micronokia?



Gli investitori non l'hanno presa bene decretando un ribasso di quasi 14 punti sul valore dei titoli quotati in Borsa, gli impiegati nemmeno, a quanto pare, se è vero che sono scoppiati scioperi spontanei negli stabilimenti finlandesi dopo che Nokia ha annunciato la sua partnership con Microsoft per Windows Phone 7.

Elop, d'altra parte, si è insediato nella nuova azienda con l'incarico preciso di ristrutturare il gigante imbolsito, ed il progetto non può prescindere da un significativo taglio del personale nelle filiali mondiali, come anche in Finlandia, per tornare a crescere, dice il nuovo CEO, con margini superiori al 10%.
A farne le spese saranno, con buona probabilità, i settori deputati allo sviluppo del software adesso che il cuore dei nuovi prodotti batterà a Redmond.
Symbian è già avviato sul viale del tramonto e resterà in vita fin quando la transizione a WP7 non sarà completa, MeeGo salterà del tutto e, benchè resistano ancora voci riguardo ad almeno un dispositivo equipaggiato dall'OS open source, Alberto Torres, vicepresidente esecutivo responsabile del suo sviluppo ha rassegnato le dimissioni.
Per essere solo al giorno dopo dello storico accordo fra due grossi calibri della tecnologia, lo scenario assomiglia più ad una resa dei conti che non ad un'alba carica di grandi speranze.
Del resto era abbastanza evidente, da tempo, che Nokia fosse attraversata da opposte visioni di sviluppo, con uno scontro interno che ha finito per ripercuotersi sulla comunità di MeeGo, sedotta, finanziata e abbandonata, ma mai supportata convintamente dall'establishment finlandese, che dichiarava il suo entusiasmo per il software libero la mattina e poi cercava soluzioni altrove la sera.
Il fallimento di MeeGo che potrebbe, realisticamente, non arrivare mai sul mercato, è un fallimento di Nokia che non ha saputo governare intuizioni, idee e codice in un progetto organico e ben definito, lasciando ampia - forse troppa - libertà di sperimentazione: lodevole, certo, ma poco produttiva in prospettiva di un mercato che non può aspettare i capricci delle primedonne.
E dimostra, ancora, una imperdonabile capacità nel dilapidare il patrimonio tecnologico importante di Qt, parcheggiate in un limbo è mai metabolizzate nelle strategie dell'azienda.
Il crollo verticale registrato nei bilanci (che nemmeno N8 avrebbe potuto risollevare) ha fatto il paio, consentendo a Stephen Elop di fare la voce grossa, estromettere i personaggi scomodi (nei settori strategici il numero dei finlandesi è già stato fortemente ridimensionato), imporre la legge marziale e spianare la strada a Ballmer&Soci che, innegabilmente, hanno piazzato un gran colpo finanziario e possono sperare di arrivare ai centinaia di milioni di utenti Nokia, che è sì in crisi, ma è ancora il pezzo più grosso del mercato mobile.
O forse lo era. Fino a all'altro ieri.

2 commenti:

  1. Essendo stato dipendente microsoft Elop vorrei sperare che non fosse nei piani gia dal primo giorno del suo insediamento nel vertice nokia. La fine di Nokia è già scritta, Android viaggia alla grande e per nokia sarebbe stato una manna dal cielo nell'attesa di meego.

    RispondiElimina
  2. Non so se Nokia sia davvero alla frutta, ma di certo la responsabilità dell'accordo con Microsoft non può essere caricata tutta sulle spalle del nuovo CEO.
    Quando il consiglio d'amministrazione lo ha scelto, probabilmente, aveva già ponderato l'eventualità di stringere una alleanza con Redmond.
    L'assunzione di Elop deve aver solo accelerato gli eventi.
    Adesso bisogna vedere se Nokia manterrà, comunque, una propria autonomia o si lascerà fagocitare da Microsoft, che un pensierino di scalata deve avercelo fatto.

    RispondiElimina