L'articoletto sul Windofonino prossimo venturo che possiamo leggere sul sito del Corriere della Sera offre lo spunto per una serie di riflessioni sul mercato e i nuovi trend tecnologici.
In primis è innegabile il tentativo di Microsoft di ampliare la sua gamma di prodotti per giustificare l'apertura di uno store che non si limiti a vendere qualche assemblato di terze parti, Xbox, Windows e, forse, Zune.
In secundis, mi sembra piuttosto evidente che, in questo preciso momento storico, sia Apple a orientare il mercato dell'elettronica mainstream con la concorrenza a rincorrere e, in molti casi, a copiare le sue soluzioni.
Il design, sempre più ricercato, dei dispositivi è forse l'aspetto che balza subito all'occhio, dopo anni di scatolette plasticose , un po' anonime e goffe, ma non è il solo: all'improvviso non esiste aggeggio che non possa vantare una interfaccia sensibile al tocco, spesso multitouch, e un appstore da dove scaricare/acquistare il software disponibile, versione, commercialmente più ghiotta, dei repository di una qualsiasi distribuzione GNU/Linux.
Dopo Cupertino, s'è aggiunto Google con il microcosmo per il suo Android, Nokia, con Ovi store, Samsung e perfino Microsoft, che se n'é sempre lavata le mani, oggi non può fare a meno di lanciare il suo servizio di digital delivery per la nuova incarnazione di Windows Mobile.
Nonostante la marcatura stretta è, tuttavia, sempre meno convincente l'offerta di Redmond rispetto ai suoi diretti rivali. Perchè?
Francamente ritengo che il maggior difetto di Microsoft sia quello di aver approcciato il mondo dei dispositivi mobili con lo stesso spirito con cui assaltarono i desktop 25 anni fa, considerando palmari e smartphone alla stregua di minidesktop portatili, trascurandone le peculiarità d'uso e, in un certo senso, privandoli di una precisa identità nel mercato.
iPhone, per esempio, è riuscito a vendere subito benissimo nonostante il prezzo, i limiti (imposti) nelle funzionalità bluetooth, l'impossibilità di registrare filmati o la scarsezza della fotocamera rispetto all'offerta della concorrenza.
Apple è riuscita a trasformare certe mancanze, in peculiarità distintive, merito del marketing, certo, ma anche di un lavoro teso alla chiara riconoscibilità dei suoi prodotti e delle loro funzionalità, e il suo approccio sta in effetti modificando le tendenze di molte aziende che, se in un primo momento si preoccupavano di ammucchiare quante più funzionalità possibili nei loro apparecchi, adesso tentano, seppur timidamente, di progettare dispositivi che funzionino in un certo modo e in ambiti sempre più specifici, integrati perlopiù a servizi pensati ad hoc, per l'occasione.
Apple, da questo punto di vista, è assai avanti perchè da sempre progetta le proprie macchine fin nei dettagli e impone precisi principi di funzionamento, non avendo paura di inibire certe funzionalità, se ritenute superflue o ininfluenti all'utilità del prodotto o lesive dell'esperienza d'uso del proprio cliente.
Se a Cupertino possono adattare OS X ad ogni esigenza e trasformarlo da desktop eccellente, ad efficiente firmware per smartphone, se Android promette di essere altamente personalizzabile com'è nella natura del suo cuore Linux, se Nokia punta ad evolvere Maemo, per garantire una iniezione di prestazioni nei suoi smartphone prossimi venturi, ben diversa é la situazione fra Microsoft e i suoi partner commerciali: Windows (anche in versione mobile) è un progetto che si è evoluto nel tempo, da semplice scrivania a contenitore e gestore di nuove tecnologie, tuttavia l'approccio massificato e fortemente standardizzato, la scarsa ricerca tesa ad ottenere una esperienza d'uso che fosse peculiare, ne fanno, per paradosso, una soluzione poco versatile , goffa e scarsamente flessibile, in un mercato che guarda alla diversificazione e personalizzazione della sua offerta in modo sempre più convinto.
In primis è innegabile il tentativo di Microsoft di ampliare la sua gamma di prodotti per giustificare l'apertura di uno store che non si limiti a vendere qualche assemblato di terze parti, Xbox, Windows e, forse, Zune.
In secundis, mi sembra piuttosto evidente che, in questo preciso momento storico, sia Apple a orientare il mercato dell'elettronica mainstream con la concorrenza a rincorrere e, in molti casi, a copiare le sue soluzioni.
Il design, sempre più ricercato, dei dispositivi è forse l'aspetto che balza subito all'occhio, dopo anni di scatolette plasticose , un po' anonime e goffe, ma non è il solo: all'improvviso non esiste aggeggio che non possa vantare una interfaccia sensibile al tocco, spesso multitouch, e un appstore da dove scaricare/acquistare il software disponibile, versione, commercialmente più ghiotta, dei repository di una qualsiasi distribuzione GNU/Linux.
Dopo Cupertino, s'è aggiunto Google con il microcosmo per il suo Android, Nokia, con Ovi store, Samsung e perfino Microsoft, che se n'é sempre lavata le mani, oggi non può fare a meno di lanciare il suo servizio di digital delivery per la nuova incarnazione di Windows Mobile.
Nonostante la marcatura stretta è, tuttavia, sempre meno convincente l'offerta di Redmond rispetto ai suoi diretti rivali. Perchè?
Francamente ritengo che il maggior difetto di Microsoft sia quello di aver approcciato il mondo dei dispositivi mobili con lo stesso spirito con cui assaltarono i desktop 25 anni fa, considerando palmari e smartphone alla stregua di minidesktop portatili, trascurandone le peculiarità d'uso e, in un certo senso, privandoli di una precisa identità nel mercato.
iPhone, per esempio, è riuscito a vendere subito benissimo nonostante il prezzo, i limiti (imposti) nelle funzionalità bluetooth, l'impossibilità di registrare filmati o la scarsezza della fotocamera rispetto all'offerta della concorrenza.
Apple è riuscita a trasformare certe mancanze, in peculiarità distintive, merito del marketing, certo, ma anche di un lavoro teso alla chiara riconoscibilità dei suoi prodotti e delle loro funzionalità, e il suo approccio sta in effetti modificando le tendenze di molte aziende che, se in un primo momento si preoccupavano di ammucchiare quante più funzionalità possibili nei loro apparecchi, adesso tentano, seppur timidamente, di progettare dispositivi che funzionino in un certo modo e in ambiti sempre più specifici, integrati perlopiù a servizi pensati ad hoc, per l'occasione.
Apple, da questo punto di vista, è assai avanti perchè da sempre progetta le proprie macchine fin nei dettagli e impone precisi principi di funzionamento, non avendo paura di inibire certe funzionalità, se ritenute superflue o ininfluenti all'utilità del prodotto o lesive dell'esperienza d'uso del proprio cliente.
Se a Cupertino possono adattare OS X ad ogni esigenza e trasformarlo da desktop eccellente, ad efficiente firmware per smartphone, se Android promette di essere altamente personalizzabile com'è nella natura del suo cuore Linux, se Nokia punta ad evolvere Maemo, per garantire una iniezione di prestazioni nei suoi smartphone prossimi venturi, ben diversa é la situazione fra Microsoft e i suoi partner commerciali: Windows (anche in versione mobile) è un progetto che si è evoluto nel tempo, da semplice scrivania a contenitore e gestore di nuove tecnologie, tuttavia l'approccio massificato e fortemente standardizzato, la scarsa ricerca tesa ad ottenere una esperienza d'uso che fosse peculiare, ne fanno, per paradosso, una soluzione poco versatile , goffa e scarsamente flessibile, in un mercato che guarda alla diversificazione e personalizzazione della sua offerta in modo sempre più convinto.
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