Come recita anche la liberatoria in prima pagina, la Linea d'ombra non è un prodotto editoriale.
Raccontiamo quel che ci piace (o non ci piace) del mondo della tecnologia senza voler rubare il mestiere a chi, questo lavoro, lo fa con serietà e grande passione.
E tuttavia, la Linea d'ombra, chi la scrive, soprattutto, sente il dovere morale di solidarizzare proprio con tutti quei professionisti che sentono minacciata la propria libertà ed autonomia da un progetto di legge intimamente sbagliato, inconcepibile in un paese che vuole definirsi libero e civile.
In una democrazia, pur con tutte le contraddizioni del caso, è il cittadino che filtra, sceglie e decide a quale fonte dar credito per crearsi un'opinione di quel che gli accade intorno.
Se qualcuno decide a priori cosa debba essere raccontato e come, la democrazia finisce di essere tale ed io non ci sto.
Quoto tutto quello cha hai scritto, ma ahimè, quella legge la faranno. Troppi interessi in ballo per farla saltare all'ultimo momento, anche se un pò ci spero ancora...
RispondiEliminaIl cittadino "evoluto", cioè chi ha internet, chi si informa sul web e non sul telegiornale, può conoscere tutto quello che succede nel mondo e conoscere tutte le fonti, ma chi segue solo e soltanto i tg come fonte d'informazione, allora è completamente "filtrato", conosce solo quello che i direttori dei tg reputano importante. Cosa che succedeva 30 anni fa, ma nel 2010 reputo inaccettabile e insufficente!!
Ciao ciao!!
Nicola
pur con internet e la conseguente possibilità di informarsi da fonti diverse, se sta legge passa, qui in italia, professionisti ed editori, rischiano comunque sanzioni pesantissime solo per aver fatto il proprio lavoro. Questa non è nemmeno una legge da stato di polizia è una vera e propria intimidazione di stampo mafioso.
RispondiEliminaDel resto, in un paese che già adesso fatica a farsi una opinione, sarà ancora più semplice imporre quella che conviene di più a questa squallida cricca di governanti.
Greeat reading your blog
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