martedì 3 novembre 2009

Ubuntu 9.10: il koala ha poco karma



A 6 mesi dal rilascio di Jaunty Jackalope, una nuova versione di Ubuntu è disponibile per tutti gli utenti, gli appassionati e i curiosi che intendono immergersi nel mondo di Linux.
Karmic Koala è il prodotto della costante evoluzione di un sistema desktop, che ha avuto il pregio di avvicinare il Pinguino di Torvalds al grande pubblico, ridimensionando parecchio l'aura di (presunta) difficoltà che lo ha sempre contraddistinto fra chi non fosse espressamente addetto ai lavori.
Nelle intenzioni del progetto, c'era la revisione di diversi aspetti tesi a migliorare l'esperienza utente, uniti ad un lavoro di raffinamento per aumentarne significativamente le performance, dopo il confronto, non esaltante, fra la precedente versione e Leopard.
Colori e set di icone predefinite sono stati oggetto di revisione, con un design che vorrebbe essere più serio rispetto alle rotondità usate fin'ora, ma che continua ugualmente a non convincere, restituendo una sensazione generale di vecchio e statico, nonostante gli effetti di Compiz, che, probabilmente, non stupiscono più nessuno e non rivitalizzano un desktop, sì robusto e collaudato come Gnome, che, improvvisamente, rivela i suoi limiti e una generale inadeguatezza rispetto a paradigmi più moderni: KDE 4, per esempio, ma anche l'interfaccia rivisitata di Seven o quella evoluta di Snow Leopard, quest'ultimo, modello dichiarato della distribuzione sudafricana, ben lontano dall'essere raggiunto.



[ il nuovo set di icone e colori di karmic ]


E sembra giusto un esercizio di stile l'adozione di stilizzate icone monocromatiche sulla tipica barra dei menù in alto, dopo anni di colori sgargianti, quanto improbabili, o lucenti cromature.

[ nuove icone anche sulla barra dei menù ]


Si fa apprezzare una generale e ancor più marcata pulizia dei menù, con programmi razionalmente suddivisi per categorie e facilmente identificabili anche ad utenti alle prime armi col nuovo sistema.



[ Ubuntu Software Center ]

Va in pensione l'interfaccia Aggiungi/Rimuovi Software per essere rimpiazzata da un più pomposo Ubuntu Software Center, un client, molto ordinato, modellato sui moderni appstore, che ospita tutti i pacchetti open source disponibile e potrebbe strizzare l'occhio a tutti coloro che volessero sviluppare (anche a pagamento) applicativi esclusivi per il sistema sudafricano.
Altra novità è l'integrazione col servizio online di storage, sincronizzazione e condivisione, Ubuntu One, gratuito fino a 2GB di spazio.


[ la home page di Ubuntu One ]

Con l'adozione del kernel 2.6.31, inotre, anche il nuovo filesystem Ext4 diventa la scelta di default promettendo performance migliori nelle quotidiane manipolazioni dei files.
Per concludere, non c'è, in effetti, qualcosa di particolarmente stonato in quest'ultimo rilascio, le prestazioni sono buone, anche se l'avvio, col nuovo xsplash sembra più lento rispetto a Jaunty.
La sensazione, semmai, è che lo sviluppo sia un po' plafonato da un desktop che avrebbe bisogno di un profondo rinnovamento, per sperare di competere con le ultime innovazioni introdotte dalla concorrenza, rinnovamento che non sembra previsto se non dopo il 2010, con il rilascio di Gnome 3.

Nessun commento:

Posta un commento