mercoledì 9 febbraio 2011

Falciati dal copyright



L'immagine allegata è il laconico messaggio che accoglie i curiosi e gli amici che sono passati a trovarmi sul mio canale YouTube negli ultimi giorni.

Il video, per i 25 lettori che ci seguono - spero - con affetto, non è chissà quale capolavoro della cinematografia, bensì un divertito pezzo di artigianato assemblato alla buona nel tempo libero, per il gusto di farlo e senza nessuna pretesa.
Ci abbiamo messo, io e il mio amico Luca (soprattutto lui per la parte tecnica, poichè si è occupato in prima persona di riprese ed effetti visivi), un sacco di passione e impegno tentando di sopperire alle immancabili lacune tecniche, ai limiti, all'inesperienza nei confronti del mezzo espressivo, conosciuto solo come spettatori guardando montagne di film, perchè ci è sempre piaciuto.
Volevamo giusto raccontare una storia alla maniera di un film di genere.
E, forse incautamente, ci siamo voluti servire di, non uno siori, ma bensì due brani musicali protetti dalle ferree leggi del copyright, imposte dalle major prima ancora che dagli artisti che li hanno scritti e suonati.
Così può capitare che 40 secondi di Stevie Wonder - QUARANTA -, e un paio di minuti dei R.E.M. peraltro sporcati dai rumori di scena, diventino un caso e costituiscano per EMI, UMG e WMG (le major amano da sempre sigle ed acronimi) una gravissima violazione del copyright, tanto grave da impedirne la riproduzione.
E poco importa se poi YouTube brulica di video che suonano i nostri brani preferiti. Per intero.

Secondo la policy non posso sporgere reclamo perchè l'utilizzo integrale o in parte dell'opera altrui non esula dal rispetto dei diritti d'autore e il fatto che anche altri lo facciano circolare senza subire sanzioni non è una condizione sufficiente perchè - gli altri - potrebbero aver avuto l'esplicita autorizzazione da parte del legittimo proprietario.
Ce le ho tutte davanti agli occhi le montagne di email che EMI, UMG e WMG dovranno evadere per concedere i diritti ad ogni singolo utente che condivide Superstition o It's the end of the World as we know it (and I feel fine) sul Tubo.
Persino il fatto che non vi sia alcuno scopo di lucro, ribadito pure nei titoli di coda, è condizione ragionevole per suonare i due pezzi, evidentemente rimaneggiati nelle dimensioni.
Così, per paradosso, un intero brano condiviso da chicchessia, esposto al libero ascolto dei navigatori ed al download selvaggio attraverso una banale estensione del proprio browser è tollerabile, mentre un accenno, che non serve a nessuno se non ai fini della storia che vogliamo raccontare, deve essere bloccato perchè vìola una licenza.
Ironie del legalese, evidentemente.
Ma l'ironia più grossa di tutte, lasciatemelo scrivere, è che, per un video che viene censurato un altro, identico, continua a trasmettere indisturbato a questo indrizzo.



Godiamocelo finchè dura.

5 commenti:

  1. sei fortunato a me anno cancellato l'account e bloccato per una settimana Gmail.

    Certo però forse non sono a conoscenza degli interi album che girano sul tubo e magari qualcuno dovrebbe avvertirli sti poveracci delle major.

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  2. ups volevo scrivere "hanno" non "anno" :)

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  3. Assolutamente da non credere quello che ti è successo. E meno male che sul tubo gira di tutto e di più!! maaah

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  4. @Picchio e Nicola

    Non è specificato quale delle etichette lese abbia preteso il blocco del video ma sono quasi sicuro che si tratti di EMI.
    Qualche giorno fa aveva bloccato persino il video ufficiale del nuovo singolo di Vasco, che è sotto contratto con loro, reo di averlo caricato su Youtube e poi regalato ai suoi fan in anteprima su Facebook.
    A quanto pare, nemmeno gli artisti possono rivendicare il loro lavoro se qualcun'altro ne detiene il diritto di sfruttamento. :)

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  5. ecco perché è sempre meglio rilascia e usare cose sotto copyleft

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